Abstract |
"Siamo il Paese che detiene il record per il maggior numero di patrimoni dell’umanità al mondo, con 54 beni inseriti nella lista dell’Unesco nel 2018. Lo sappiamo, ma non li curiamo abbastanza. Aveva fatto scalpore a livello internazionale il crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei il 6 novembre del 2010. E a ricordarcelo ancora una volta è arrivato il crollo del tetto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma: avvenuto il 30 agosto, ha riaperto il dibattito sul monitoraggio dello stato di salute e di conservazione dei beni culturali e sulla manutenzione. Chi se ne deve occupare? Lo dice la Costituzione all’articolo 9: 'La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione'. Pochi giorni dopo l’evento, che per fortuna non ha fatto vittime, il 5 settembre il Ministero per i Beni e le attività culturali ha annunciato che diventa operativa l’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale istituita nel 2017 e mai entrata in funzione. A ricoprire il ruolo di direttore generale è stato chiamato, per tre anni, Fabio Carapezza Guttuso. 'L’unità - dice il Mibac - ha il compito di unificare le diverse strutture che si occupavano di sicurezza al fine di un migliore coordinamento delle competenze. La struttura si muoverà sia nell’ambito della prevenzione che delle emergenze e per gli interventi ordinari'. Nel frattempo, l’associazione Italia Nostra già da tempo si sta occupando di mappare i beni culturali in pericolo. L’iniziativa si chiama 'Lista Rossa' e vuole essere un osservatorio permanente sul degrado grazie alla vigilanza di cittadini e associazioni. …" |